Braille: luce di chi non vede – dalla tavoletta al digitale
Braille: luce di chi non vede – dalla tavoletta al digitale "Abstract Nicola Stilla"

Il Braille nell'era digitale

dott. Nicola Stilla (Presidente Club Italiano del Braille e Presidente Consiglio Regionale U.I.C.I. Lombardia)

 

 

  Pur mettendosi d'impegno, non è semplice trovare invenzioni risalenti a due secoli fa che, senza sostanziali modifiche, abbiamo mantenuto intatta la propria originaria utilità: una di queste è sicuramente il codice di scrittura e lettura messo a punto da Louis Braille nella prima metà del XIX secolo.

  Restando nell'ambito della disabilità visiva, ed in particolare dell'accesso alla parola scritta da parte delle persone cieche, sono state parecchie le invenzioni che si sono susseguite nei decenni senza significativi successi: pensiamo al sistema di lettere in rilievo di Valentine Hauy, coevo di Braille, passando dall'Optofono, messo punto nel 1912 e precursore della moderna sintesi vocale, fino a marchingegni come il Cognodictor, lo Stereotone o l'Opticon, strumenti, sviluppati tra gli anni 60 e 70 del secolo scorso, che ambivano a trasformare in stimoli sonori o tattili la parola scritta. Significativo constatare che, tra tutte queste invenzioni dimenticate, nessuna si è servita del Braille. Solo laddove gli strumenti hanno applicato il codice Braille hanno conosciuto diffusione e proficuo utilizzo (pensiamo ad esempio alla dattilobraille); nella sua semplicità e universalità, il   Braille è sopravvissuto ai secoli mantenendo ben viva, in ogni epoca, la propria attualità.   

  Fatto sorprendente se pensiamo alle rivoluzioni tecnologiche che abbiamo vissuto nei due secoli trascorsi dalla sua invenzione; ma anche, senza andare troppo lontano, a quelle che ci hanno travolti negli ultimi dieci anni. Nell'era della tecnologie informatiche e della diffusione sempre più pervasiva dei dispositivi multimediali quali smartphone, I-phone, tablet etc, etc..., il Braille si trova a suo agio per il semplice fatto che si integra alla perfezione con essi.

  Il display Braille è stato lo strumento chiave, che ha permesso al codice di interfacciarsi con i moderni computer e dispositivi multimediali dando alle persone non vedenti la possibilità di leggere autonomamente i contenuti testuali che appaiono sugli schermi.

  I display Braille sono strumenti complessi e, a loro volta, piccoli miracoli tecnologici: pensate al fatto che il meccanismo che solleva i punti delle 40-80 celle dei display utilizza le proprietà elettriche di alcuni cristalli, che si espandono quando viene applicata loro una tensione; il cristallo è collegato ad una leva, che solleva a sua volta il punto. Ci deve essere un cristallo per ogni punto del display, vale a dire otto per carattere, quindi fino a 640 complessivamente, nei display più voluminosi.

  Questa complessità tecnologica rende il display braille uno strumento ancora costoso, sebbene irrinunciabile per tutte le persone non vedenti. Considerando che attraverso un normale scanner è possibile trasformare qualsiasi testo su carta in un formato di videoscrittura e quindi leggibile attraverso un display Braille, si comprende quanto le moderne tecnologie permettano al non vedente di accedere potenzialmente agli stessi contenuti scritti accessibili ad una persona vedente. 

  Domanda: il codice Braille sarà soppiantato dalla sintesi vocale, sempre più diffusa nei moderni computer e smartphone? Qualcuno potrà pure pensarlo, ma - a mio parere - sbaglia. Perchè Braille e sintesi vocale non si

 

 

escludono a vicenda, ma si integrano, permettendo alla persona non vedente di padroneggiare le nozioni acquisite tramite la duplice modalità dell'ascolto e della lettura. Soprattutto negli ambiti dello studio e del lavoro è di fondamentale importanza l'accedere a contenuti scritti, non solo audio, che possano essere riletti ed approfonditi, condivisi e memorizzati. Per questo la sintesi vocale deve trovare nel Braille (e negli appositi display) un decisivo sostegno.

  A quasi due secoli dalla geniale invenzione di Louis Braille, l’omonimo sistema di lettura e scrittura mantiene quindi intatte tutte le proprie enormi potenzialità, garantendo alle persone non vedenti una piena integrazione sociale, attraverso l'accesso diretto e autonomo alla conoscenza.

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